CURRICULUM VITAE

GENITORI: Francesco I e Maria Isabella di Borbone-Spagna (1789-1848)

LUOGO E DATA DI NASCITA: Palermo, 12 gennaio 1810
LUOGO E DATA DI MORTE: Napoli, 22 maggio 1859

MATRIMONI:
I - 21 novembre 1832 con Maria Cristina di Savoia (1812-1836);
II - 9 gennaio 1837 con Maria Teresa d'Asburgo-Teschen (1816-1867).
FIGLI:
Francesco (1836-1894); - Luigi (1838-1886); - Alberto (1839-1844); - Alfonso (1841-1934);
- Maria Annunziata (1843-1871); - Maria Immacolata (1844-1899); - Gaetano (1846-1871); - Giuseppe (1849-1851); - Maria Pia (1849-1882);
- Vincenzo (1851-1854); - Pasquale (1852-1904); - Maria Luisa (1855-1874); - Gennaro (1857-1867).

PROCLAMAZIONE: Napoli, 8 novembre 1830.
DURATA DEL REGNO: 8 novembre 1830 - 22 maggio1859.
STEMMI CENSITI: 1838 A; 1838 B; 1843; 1852; SIGILLI CENSITI: 1843; 1858.

(*WORK IN PROGRESS)

*ATTI PRINCIPALI (Elenco):
1830; 1831; 1832; 1833; 1834; 1835; 1836; 1837; 1838; 1839; 1840; 1841; 1842; 1843; 1844; 1845;
1846; 1847; 1848; 1849; 1850; 1851; 1852; 1853; 1854; 1855; 1856; 1857; 1858; 1859.

*MINISTRI SEGRETARI DI STATI E LUOGOTENENTI

ELENCO DEI TITOLI E RICONOSCIMENTI NOBILIARI CONCESSI

ELENCO dei PARI del REGNO delle DUE SICILIE

Gli atti indicizzati sono desunti dal progressivo spoglio della Collezione delle leggi e de' decreti reali del Regno delle Due Sicilie. I regesti sono pubblicati dal e sul blog Decretiamo, mentre sigilli, stemmi e documenti correlati sono censiti su Stemmi e Sigilli.

sabato 30 marzo 2013

Discorso della Corona (1848)

Si trascrive il testo integrale del Discorso della Corona di Ferdinando II per l'inaugurazione delle Camere legislative del 1° luglio 1848. Il Discorso fu letto da Nicola Maresca Donnorso, duca di Serracapriola, per delega espressa del sovrano, pubblicata con decreto registrato sotto il numero 253 (29 giugno) della Collezione delle leggi e decreti del Regno delle Due Sicilie di quell'anno:

Signori
Mentre nel mio animo io vagheggiava il sospirato sogno in cui sarei circondato dalle Camere Legislative del regno, un fatale disastro, del quale non lascerò mai di contristarmi, sopraggiunse sventuratamente a protrarne la solenne riunione. Al dolor profondo d'un sì malaugurato ritardo mi è oggi conforto il vedervi alfine qui radunati: poiché a far prestamente rifiorire in questa comune Patria dilettissima la prosperità vera, cui ogni popolo incivilito ha ragione di pretendere, ho bisogno del vostro leale, illuminato e provvido concorso. Le libere istituzioni da me irrevocabilmente sanzionate e giurate rimarrebbero infeconde, se apposite leggi, dettate sopra basi analoghe, non venissero ad affiancarle, de' loro vari sistemi di applicazione. Invoco dunque la vostra particolare sollecitudine su questo preminente obbietto.
Su' diversi progetti che vi saran quindi presentati, voi fermerete le utili norme a stabilirsi per la speciale amministrazione delle comuni e delle provincie, che dan primo strato ad ogni società politica, quelle che debbono riordinar diffinitivamente la Guardia Nazionale, a cui si appartiene di vegliare al sostegno della tranquillità interna dello Stato; quelle finalmente che son dirette a diffondere con più sicuri metodi la pubblica istruzione in tutte le classi, affin di promuovere la ognor crescente civiltà, e serbar nell'avvenire intatta quella gloria che tanti egregi ingegni ci procacciarono per lo passato. Le finanze pubbliche meritano di occupare innanzi tutto la vostra particolare attenzione. Al dissesto inevitabile cui esse istantaneamente soggiacquero per tante politiche vicissitudini, si richiedono pronti e generosi provvedimenti. Né io diffido che in questa ubertosa terra l'equilibrio fra gl'indispensabili bisogni ed i mezzi più acconci a provvedervi possa ritardar molto a ristabilirsi. Delle sì funeste perturbazioni, che agitando pertinacemente il reame paralizzarono da una parte ogni specie d'industria e di commercio, e strariparono dall'altra sino ad attentare alla proprietà ed all'onore de' privati, voi cercherete di smascherare coraggiosamente le cagioni o i pretesti: e con provvedimenti energici darete opera che un sì rincrescevole stato di cose cessi sempre, né più si riproduca, essendo questo un bisogno universale, di cui tutti sentono la urgenza e la importanza. L'ordine senza del quale non è possibile alcuna prosperità civile, non può derivare che da savie leggi, e la libertà sia esclusivamente nell'ordine.
In generale io non ho ragione di credere che le nostre pacifiche relazioni con le altre potenze d'Europa siano in nulla cangiate. Posti così nella felice attitudine di rivolgere tutte le nostre cure all'amministrazione interna dello Stato, noi potremo contribuire d'accordo a farlo prosperare tranquillamente nelle sue vie. Inflessibile nel mio proponimento di assicurare a tutti il benessere ed il godimento di qualunque benintesa Libertà, farò di questo nobile obbietto la costante preoccupazione della mia vita: ed il vostro autorevole concorso me ne garantirà pienamente il successo. Avendo in ciò chiamato a Giudice Iddio della purità delle mie intenzioni, non altro mi rimane oggi che chiamare a testimoni Voi e la Storia.

venerdì 29 marzo 2013

Atti principali del 1832

Si riporta di seguito l'elenco degli atti principali (leggi, decreti, regolamenti) del Regno delle Due Sicilie nel 1832, sotto Ferdinando II, così come desunti dalla Collezione delle leggi e decreti reali.

- Decreti che commutano le antiche pene del fosso e della reclusione a vita rispettivamente in ergastolo e a trent'anni di carcere, nonché della riduzione della rilegazione perpetua; - Decreto che abolisce la portolania di fabbrica e legname e di fortificazione, nonché le licenze e i proventi, stabilendo un nuovo ufficio di campionatura e zecca di pesi e misure; - Decreto organico dell'amministrazione della Real Marina; - Decreto sull'organizzazione del reggimento della Real Marina; - Regolamento per l'assistenza casalinga degli infermi poveri; - Decreto che regolamenta i depositi di monete d'oro presso il banco delle Due Sicilie; - Decreto che regolamenta la classificazione e il giudizio sommario per misfatti nei domini oltre il Faro; - Decreto che istituisce un regio consolato a San Pietroburgo; - Legge che ripristina le gran corti criminali a L'Aquila, Trani e Catanzaro; - Decreto per il conio di alcune monete di rame; - Atto sovrano che condona o riduce la pena di alcune specie di condannati; - Decreto che fissa come privata lotteria alcuni giochi vietati, tipo la riffa; - Decreto e regolamento per l'importazione di equini di razze estere; - Decreto che regolamenta il servizio sanitario per la prevenzione del cholera-morbus; - Decreto che regolamenta la conservazione dei regi tratturi, loro bracci e riposi laterali, del Tavoliere di Puglia;- Decreto che approva le istruzioni per il trattamento dei projetti, disciplina interna e vitto delle balie della real casa dell'Annunzianata di Napoli; - Decreto sul sistema dei saggi per le monete e materie d'argento.

mercoledì 27 marzo 2013

Proclama ai Napoletani (1848)

Si trascrive il testo integrale del Proclama di S.M. il Re a' Napoletani, dato a Napoli il 24 maggio 1848 da Ferdinando II e registrato sotto il numero 226 della Collezione delle leggi e decreti del Regno delle Due Sicilie di quell'anno:

NAPOLETANI
Profondamente addolorati dall'orribile caso del 15 maggio, il nostro più vivo desiderio è di raddolcirne, quanto umanamente è possibile, le conseguenze. La nostra fermissima ed immutabile volontà è di mantenere la Costituzione del dì 10 di febbrajo pura ed immaculata da ogni specie di eccesso. La quale essendo la sola compatibile co' veri e presenti bisogni di questa parte d'Italia, sarà l'arca sacrosanta su la quale devono appoggiarsi le sorti de' nostri amatissimi Popoli e della nostra Corona.
Le Camere legislative saranno fra momenti riconvocate; e la sapienza, la fermezza e la prudenza che attendiamo da loro, saranno per ajutarci vigorosamente in tutte quelle parti della cosa pubblica, le quali hanno bisogno di saggi ed utili riordinamenti. Ripigliate dunque tutti le vostre consuete occupazioni; fidatevi con effusione di animo della nostra lealtà, della nostra religione e del nostro sacro e spontaneo giuramento; e vivete nella pienissima certezza che la più incessante preoccupazione dell'animo nostro è di abolire al più presto, insieme con lo stato eccezionale e passeggiero in cui ci troviamo, anche, per quanto sarà possibile, la memoria della funesta sventura che ci ha colpiti.